1 - DALLO SPAZIO “ORGANICO” DELLE
ORIGINI ALLO SPAZIO GEOMETRIZZATO DELLE CIVILTÀ URBANE
Le recenti esperienze dell’architettura
contemporanea, sottraendosi al rigido controllo delle matrici della geometria classica,
aspirano ad avvicinarsi al fascino della casualità riscontrabile in natura.
La naturalità dello spazio non euclideo
rimanda alle prime esperienze dell'uomo sia come individuo (il grembo materno)
che come specie (gli anfratti naturali).
Bruno Zevi, nel suo testo Controstoria dell’architettura in Italia.
Preistoria - Alto Medioevo , scrive:
…prima di individuare quanto c’è nelle caverne, notiamo
quello che manca. E’ assente tutto ciò che di negativo è stato accumulato
nell’architettura nei secoli posteriori. Paradossalmente si potrebbe affermare
che, sotto il profilo linguistico, l’uomo moderno, in modo consapevole o
inconscio, aspira a tornare all’esperienza cavernicola…
Zevi spiega che gli elementi tipici che
lui stesso individua in alcune opere di architettura contemporanea (continuità
spaziale dello spazio interno, rapporto interno-esterno e abolizione della
facciata, luce sempre variata e non omologata, variazione degli spessori e continuità
con il terreno su cui sorge) sono tutti presenti in queste prime abitazioni. Tali
valori sostanzialmente rimangono rispettati nelle abitazioni artificiali
preistoriche: dalle capanne alle stazioni palafitticole alle strutture
abitative dei nomadi, alle case-grotte di Matera, ai villaggi nuragici.
Con la nascita delle grandi civiltà urbane, lo spazio
artificiale è realizzato secondo le regole della geometria euclidea. Scrive
ancora Zevi nel volume già citato:
…il morbo geometrizzante conculcherà tali valori disseccando
il discorso in parallelepipedi, sicché i messaggi materici, i coinvolgimenti
sensoriali, tattili, termici e olfattivi, ne risulteranno attutiti o
anchilosati (...) Con l’inizio della storia impera la tipologia…
La scelta di organizzare lo spazio artificiale secondo le
regole della geometria euclidea ha ragioni economiche (praticità) e ragioni
simboliche (gerarchia). I grandi insediamenti del periodo storico hanno
dimensioni superiori ai villaggi preistorici. L’organizzazione dello spazio
urbano (dallo schema ippodameo al castrum romano) sfrutta l’ortogonalità,
che consente un controllo quantitativo sulle superfici. Lo spazio rettificato si ripercuote anche
all’interno dell’edificio generando una concezione razionalizzata che organizza
i “parallelepipedi” da abitare distinguendo le parti in base alla funzione:
pavimento, soffitto, pareti-facciate. La parete-facciata oltre alla mediazione
interno-esterno provvede a comunicare messaggi legati alla funzione
dell’edificio. L’edificio di rappresentanza del governante ha una facciata
diversa da edifici produttivi, edifici per spettacoli, edifici da abitazione: la
facciata comunica quindi la gerarchia. E’ fondamentale che la gerarchia sia
facilmente leggibile. Da qui la prevalenza di architetture che, all’esterno e
all’interno, siano strutturate su geometrie inequivocabili e, a volte,
l’edificio simbolo è una forma geometrica pura (Piramide).
(continua)