giovedì 17 marzo 2011

NON SO SE SOPRAVVIVERÒ' A QUESTA VITA - cronaca 8 (reloaded)

Sono almeno due giorni che vengo qui in Biblioteca sempre con i soliti fascicoli. Questo che ho davanti parla dei rapporti che un senatore, ancora vivo, – mi pare di aver intravisto il suo simulacro aggirarsi da queste parti - ha tenuto con certe associazioni siciliane fino agli anni ottanta E’ il tomo uno, ho chiesto anche il due ma mi hanno detto che devo attendere un po’, devono cercalo, stranamente non è al suo posto e chissà dove è finito. Mah! Sono distratto in questi giorni, non riesco ad appassionarmi. Ogni tanto rivolgo lo sguardo verso il bancone dove dovrebbe essere Mandolina, saranno due giorni almeno che non la vedo, chissà dove è finita pure lei, sarà scappata col tomo due? Poi questa storia della realizzazione in appalto del Purgatorio mi lascia perplesso, anzi a dire la verità, mi inquieta abbastanza, ma ho promesso a Gabriele di mantenere la notizia riservata per ora.

Spunta Faust da dietro due angeli che chiacchierano seraficamente sottovoce. Si sbraccia per farmi capire che devo uscire. Esco. Tanto non riesco a concentrarmi.

Faust è sovraeccitato. Come al solito, in fondo. E’ uno che vive tutto con perenne entusiasmo. Ce ne vorrebbero di più come lui. Da prendere a piccole dosi, però.

“E’ fatta, tranquillo”

Si concede qualche attimo per godersi la mia espressione interrogativa. Deve riuscirmi particolarmente bene perché sembra in estasi.

“Il torneo di calcio a cinque! Si fa il torneo”.

La mia espressione non muta e lui se ne “spara” un’altra dose abbondante, forse vuole farsene una scorta per l’inverno.

“Non te ne avevo parlato già?Allora rimedio subito. Comincia domani il torneo di calcio a cinque con la prima partita a cui partecipa la nostra squadra, la Cornelius F.C. . Senti che formazione: io, chiaramente, in porta, che oltre la mole e il pelame ho anche un’agilità gorillesca, davanti formazione a rombo. Vertice basso, difesa, tu. Due sulle fasce, a destra Filippo Tommaso Marinetti a sinistra il marchese LaFayette. Vertice alto del rombo, attacco indovina chi? Dai indovina! No anzi lascia perdere che non indovineresti mai. Attacco: Spartacus, il gladiatore.”

La mia espressione deve essere ancora comicamente indefinibile perchè Faust decide di concedersene ancora un po’ beandosi di tanta faccia.

“Ho pensato a tutto, disposizione in campo, tattica, divise sociali. Tranquillo, il perizoma leopardato è opzionale. Seguimi: Spartacus è lo specchietto per le allodole, deve attirare su di se gli avversari, l’arma segreta sarà Marinetti sulla fascia. Corre come una locomotiva, non si ferma mai, anzi mentre corre fa pure i versi come una locomotiva : SPAFF, ZUM, SDENG SDENG. Ma non devi sottovalutare LaFayette, sotto quella parrucca da cicisbeo c’è un mastino che sembra Benetti dei giorni migliori. Capito? è un rombo dinamico il nostro!”

“Faust, ma io che c’entro? Non gioco a calcio dai tempi dell’oratorio. E figurati che neanche ci sono mai andato all’oratorio”.

“E allora? Sei un giornalista, no? Oltre a giocare, racconterai le epiche gesta della Cornelius F.C. dall’interno, la cronaca diretta dallo spogliatoio. Altro che interviste precotte. Racconterai l’epica scalata verso la vittoria, la fatica, l’eroismo, il sacrificio, l’agonismo esasperato, il sudore misto a sangue. Tutte quelle stronzate che voi giornalisti vi inventate per non far capire che non avete niente da raccontare. Che te lo devo insegnare io il mestiere?”.

“Qui l’unica stronzata che vedo è la mia partecipazione. Scusa ma io non capisco niente di calcio, non so cosa sia la diagonale, non conosco la differenza tra la ripartenza e il contropiede, mi è ancora misteriosa l’applicazione del fuorigioco. Come posso esserti utile?”

Qui Faust fa un lungo sospiro e si trattiene a lungo a fissarmi senza rispondere. Ma la sua espressione ora è seria, sembra quasi compatirmi.

“Ascolta. Questo posto è grandissimo, tra trapassati e simulacri di vivi c’è tantissima gente. Se vuoi ritrovare qualcuno l’occasione migliore è proprio questo torneo. E’ organizzato direttamente dall’ufficio del gran capo e tutti, ma proprio tutti vengono a vedere il torneo. Anche Mandolina verrà, ne sono sicuro”

“Mandolina? Chi? Quella che lavora qui? Perché se ne è andata? Che coincidenza! Quando mi hai chiamato stavo proprio realizzando che saranno un paio di giorni che vengo qui e non mi pare di averla incontrata”

Lo sguardo serio di Faust si fa più intenso.

“Amico mio – nuovo profondo sospiro – sei più grave di quello che pensavo. Sono ormai quindici giorni, quindici, che vieni qui, dalla mattina alla sera e, sebbene tu creda che nessuno se ne sia accorto, lo sanno tutti che stai sempre a fissare il bancone dove stava lei”.


domenica 6 marzo 2011

NON SO SE SOPRAVVIVERÒ' A QUESTA VITA - cronaca 7 (reloaded)

“Gabriele aspettami”

Mi ha salutato di fretta, quasi senza guardarmi. Avevo un’infinità di domande da porgergli, ho capito che qui non esiste il matrimonio e neanche la coppia fissa, ma almeno il numero di cellulare alla Sharapova lo dovevo chiedere? “When in rome do as the romans do” diceva la prof di inglese ma, appunto, come usano questi “romani”? Non volevo far figuracce, anche perché avevo intenzione di tornare qualche altra volta all’Apocalipse Bau e aiutarla di nuovo a mettere a posto, per poi accompagnarla a casa, facendo il giro largo come ieri sera.

“Non mi posso fermare, scusami”.

Tutta questa frenesia era sospetta, seppur passato a miglior vita sono sempre un giornalista, anzi, in vita dicevano che ero uno dei migliori, e l’istinto rimane.

“Ti accompagno” gli ho fatto sorridendo, in modo da poter continuare ad incalzarlo con le domande.

Gabriele era così eccitato che non si concentrava a leggermi i pensieri e quindi, con mestiere, sono riuscito a farlo sbottonare. Anzi sembrava felice di raccontarmi che era stato convocato in alto loco per un incarico delicato e della massima importanza, ossia?

Eh, mica mi poteva dire tutto e subito, mi dovevo accontentare di sapere che erano in atto grandi cambiamenti. La dirigenza aveva deciso che bisognava cambiare i piani di sviluppo dell’intera organizzazione. Sento puzza di bruciato, tanto per far vedere che conosco tutti i clichè del giornalismo, e insisto a chiedere e alla fine Gabriele si ferma e mi spiega la vicenda.

“Insomma questo qui, questo Mister Potter, così dice di chiamarsi, che poi è il simulacro di uno che sulla terra fa il consulente finanziario, ha spiegato alle alte sfere che è proprio in questi momenti di stagnazione, così l’ha definito, stagnazione, quando tutti si ritirano, che bisogna scommettere, bisogna investire. L’investimento più sicuro, ce lo ha garantito sulla base dell’esperienza di quello sulla terra, è, senza ombra di dubbio, il mattone. Il mattone non tradisce mai, così ha detto e quindi ha preparato un piano finanziario per il reperimento dei fondi necessari per l’operazione che ha proposto. Tutto scritto, tutto graficizzato. Tempi, soldi necessari, finanziatori. Niente lasciato al caso. Questo Mr Potter ha una mente sopraffina. Ha preparato il project financing di tutto l’intervento da realizzare appaltando tutto ad imprese sulla base di una regolare gara. Tutto regolare, tutto scientifico.

“Sì, vabbè, ma che cosa vi ha proposto di costruire questo Mr Potter? Volete costruire un grande albergo sul lago di Tiberiade, una serie di villette a schiera, un grattacielo? Che proposta ha fatto?”.

“Di più! Te l’ho detto che ha una mente sopraffina”.

“Si, ma cosa? Il Paradiso 2?”:

“In un certo senso, sì. Ha proposto alle alte sfere di realizzare il Purgatorio!”.

“Come?” faccio bloccandomi sul posto.

Gabriele è un po’ infastidito, alza gli occhi e un fremito gli percorre le ali. Evidentemente si è reso conto di aver parlato troppo.

“Veramente, questa era una notizia riservata, non avrei dovuto lasciarmela scappare”.

“Notizia riservata? Capisco che sia una notizia riservata. Quello che non capisco è il motivo. L’altro giorno mi avevi fatto un discorso diverso”.

“Che vuoi che ti dica? Ci sono state lamentele e pure tu mi pare hai partecipato a qualche episodio un po’ vivace o sbaglio?”.

Le scene viste all’Apocalipse Bau, in effetti, sono state abbastanza forti.

“E quindi?”

“E quindi le alte sfere hanno pensato che la realizzazione di un Purgatorio, anche se poco più che simbolico, sarebbe stata un buon sistema per aggiustare le cose”.

“Un luogo di punizione, insomma”.

Le ali di Gabriele tradiscono un fremito ancora più forte di quello precedente, tanto che l’arcangelo si libra in aria per qualche istante.

“No, insomma, in un certo senso, ma non solo. E’ ormai necessario instituire anche un luogo-filtro che regoli le entrate e che prepari le anime alle regole minime della convivenza in paradiso”.

“E questo lo hanno pensato sempre le alte sfere?”

“Già”

“Ma chi sono queste alte sfere? Io credevo che fosse sotto il SUO controllo…”

Gabriele mi guarda perplesso. E’ consapevole di essersi lasciato andare troppo e vorrebbe interrompere qui, ma ormai si rende conto che non può lasciare il discorso così in sospeso.

“ La realtà è molto complessa e difficile da spiegare”.

“Provaci”.

“Cominciamo dall’inizio. Ti sei mai chiesto, quando eri ancora sulla terra, se altri pianeti o luoghi dell’universo ospitassero altre forme di vita?”.

“Sì, anzi ero fermamente convinto che non potevamo essere soli. Sarebbe stato da egoisti e presuntuosi pensare che tutto il cosmo fosse stato creato solo per noi”.

“Giusta osservazione”.

Sorriso compiaciuto da parte mia. Mi piace fare la figura della persona intelligente.

“ E non ti sei mai chiesto come mai in Paradiso ci siano solo esseri provenienti dal pianeta Terra?”

No, da bravo terrestre, egoista e presuntuoso, non mi ero mai posto questa domanda. La faccia che sto facendo deve essere davvero comica perché Gabriele esplode in una risata clamorosa.

“Voi umani. Fate sempre la stessa espressione quando vi si spiega questa banalità”.

“Ma vuoi dire che esiste un altro paradiso?”

“No, proprio non ce la fate a non essere Terra-centrici” e scuote il capo aureolato.

“Vuoi dire che esiste un Paradiso per ogni pianeta?”

“Sì, e non solo, ma per ora ti basti sapere che questo che ti ha già sconvolto abbastanza. Mi raccomando: discrezione assoluta”. Gabriele continua a ridere fragorosamente mentre mi saluta con la mano lasciandomi inchiodato alla mia espressione stupita.