giovedì 17 settembre 2009

QUESTIONE DI LINGUAGGIO (parte 2 di 2)

Due mesi dopo Walter è un uomo felice, anzi è più che un uomo, un uomo-computer. Si sente sicuro di se e dei suoi mezzi, tutto l’approccio alla realtà è cambiato e qualunque problema lo affronta con un programma adatto. Niente più imbarazzi per lui. Ogni questione è analizzata a fondo e la decisione viene presa in tempi rapidissimi. All’inizio ci sono stati piccoli problemi per qualche programma che si impallava impedendogli anche di svolgere alcune normali funzioni fisiologiche in modo corretto, ma poi tutto è andato per il meglio. Quelli dell’Agenzia sono soddisfatti e lo hanno portato in giro in riunioni aperte soltanto ad un pubblico estremamente selezionato a cui presentare il prodotto. Sembra che abbiano avuto molte prenotazioni. Qualche fastidio è rimasto. L’aggiornamento del software avviene attraverso delle pillole di bio-hardware piuttosto consistenti che il “maresciallo” gli consegna ogni volta promettendo che stanno studiando come ridurre le dimensioni, solo che mentre lo dice non riesce a smettere di ridere.
Il bio-hardware per funzionare usa l’elettricità del corpo quindi non deve sovraccaricarsi mentre lo usa e a volte si sente veramente scarico. Il “maresciallo” gli ha confidato che avevano pensato di inserire uno spinotto nel retto opportunamente adattato per inviargli un po’ di energia direttamente alla base della colonna vertebrale ma poi hanno rinunciato non sa bene perché. Walter, comunque, ne era contento e preferiva tenersi la spossatezza. Anche nella vita privata è un successo. Quando incontra Lorena riesce a comportarsi con la stessa sicurezza e padronanza che aveva nelle chat e ormai si frequentano assiduamente. Lui le ha mostrato la sua velocità di scaricamento di file musicali e cinematografici da internet e lei ne è rimasta incantata. Mentre fanno l’amore Lorena può scegliere di ascoltare una serie di brani usando i suoi capezzoli come i comandi di un iPod. Walter è davvero un uomo felice.
Salto temporale di sei mesi. I viaggi per le performance con il “maresciallo” sono diradati di molto, anzi da un mese non viene più contattato. Quando qualche programma si impalla e cerca di contattare l’agenzia lo fanno attendere in linea sempre più tempo. Oggi due ore e poi la linea è caduta definitivamente. Walter è esasperato ormai e si reca direttamente nella sede del primo incontro. Nel club c’è la porta aperta, stanno facendo le pulizie. Entra deciso e si dirige nel retro dove tenta di azionare la porta scorrevole ma inutilmente. In preda ad una crisi di nervi comicia ad urlare, a battere i pugni ed a prendere a calci la porta. Improvvisamente i pannelli scorrevoli si aprono mostrando due individui vestiti con un completo scuro, occhiali da sole e auricolare. Uno dei due porta scarpe da donna. Walter capisce al volo e si precipita fuori di corsa.
Proprio sull’ingresso va a sbattere contro qualcuno che stava entrando. Finiscono a terra, l’altro impreca: è Gargiulo, il dattilografo del primo incontro.
“Gargiulo, sono io mi riconosce?”
“Sì che ti riconosco: sei uno stronzo. Ma è questa la maniera dico io?”
“No, Gargiulo. Sono io, il signor Walter, quello dell’esperimento, si ricorda?”
Quello si massaggia un po’ la testa stringendo gli occhi e poi:
“Ma si, sei quello che chiamavamo in codice commodore 64, come no? Mi ricordo adesso. Come va, come va? Bene, bene ?”
“Gargiu’ adesso pure lei con bene, bene? No, non va affatto bene. E’ una disastro, una tragedia. Ho cercato di aggiornare i programmi che mi avete installato ma ormai sono così pesanti che il bio-hardware non c’è la fa più a farli girare ad una velocità decente. Se apro un programma di grafica, mi devo sedere sul divano altrimenti rischio di cadere svenuto. Giusto il programma di scrittura continua funzionare ma anche per quello sono in arrivo nuovi aggiornamenti e ho paura di scaricarli. E se mi impallo definitivamente? Sono disperato. Non so più che fare.”
“Scusate ma voi avete chiamato l’assistenza qui dell’Agenzia?”
“Continuamente ma non mi danno più retta. All’inizio si, tutto andava bene. Ogni piccola questione veniva subito risolta. Ma da qualche settimana sono cambiate le voci del call center, e questi non mi dicono nulla, prendono tempo e adesso addirittura fanno cadere la linea e non mi rispondono proprio più.”
“Cambiate le voci, dite? Allora ho capito. Scusate ma dovete sapere che a noi, a me e al “maresciallo” ci hanno spostato in un altro reparto perché volevano rivedere il progetto. E si vede che hanno già cominciato.”
“Come rivedere il progetto? Ma non eravamo all’avanguardia, il bio-hardware, le nuove frontiere eccetera eccetera?”
“Si, certo, sempre il bio-hardware, sempre quella è la direzione, ma, se mi ricordo bene, lei è impostato con una architettura di tipo binario, 01010101, giusto? Lei ha la CPU che lavora in modo sequenziale, giusto? Il suo hard disk interno contiene 1.000 gigabyte, giusto?”
- “Giusto Gargiulo, tutto giusto e quindi?”
- “Ma lo sa che questi scienziati ne inventano una al giorno? Il progetto bio-hardware adesso è stato reimpostato diversamente. Il linguaggio non è più quello binario, ma è basato sul DNA e sulla sue sequenze dei nucleotidi A, T, C e G. Al corso di aggiornamento che hanno fatto qui in Agenzia ci hanno spiegato che, con alcuni enzimi, si può fare copia e incolla delle sequenze elaborare simultaneamente su più sequenze. Dicono gli esperti, che un centimetro quadrato di DNA può contenere quasi sei milioni di Terabyte di informazione. Una meraviglia! Incredibile, no?”
“Una meraviglia? Ma non capisco. Che vuol dire ?”
“Che la tecnica sta facendo passi da gigante in pochissimo tempo e quindi, amico mio, quello che è stato installato in lei è come dire? … una tecnologia obsoleta, ormai. “
“E io?”
“E lei, ovviamente, è un modello superato!”
“Come superato? Mi buttano via come una macchina rotta?”
“E’ la scienza, amico mio. Adesso ci sono strumenti di nuova generazione. La nostra Agenzia ha deciso di puntare tutto su questo nuovo percorso.”
“Ma … ma come? E io ora che farò?”
“Su, su non si preoccupi.”
“Non si preoccupi? Ma lei mi sta dicendo che ormai non servo più a nulla. Che ne sarà di me?”
“Tranquillo. Qualcosa si trova sempre, anzi se vuole le posso presentare un mio cugino che si occupa recupero di parti e…”
“Ma … ma lei sta parlando di smontarmi per prendere i vari pezzi, praticamente di cannibalizzazione?!”
“Ehhhh, cannibalizzazione, che brutta espressione. Io preferisco dire che esiste un mercato di appassionati di modernariato e che amano recuperare il recuperabile. E’ tutta una questione di linguaggio. Lei, amico mio, è drastico, troppo drastico. Vede solo bianco o nero. Dia retta a me, per godersi davvero la vita bisogna imparare ad apprezzare le sfumature.“

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