domenica 13 settembre 2009

QUESTIONE DI LINGUAGGIO (parte1 di 2)

“01001010010100010 … una serie infinita di linguaggio binario. Lo schermo visualizza niente altro che scelte non rinviabili. O 0 o 1, o sì o no, tertium non datur come diceva il prof di latino. Il computer non ragiona, decide. Le sfumature sono solo l’illusione suggerita da migliaia di sì e migliaia di no che compaiono sullo schermo ad ogni colpo di mouse. Un universo inequivocabile.” Così pensa Walter mentre porta il cursore su start, tasto destro del mouse spegni il pc … Attendere gli aggiornamenti da installare ... fine.
Sposta la sedia e si alza. Domenica mattina. Uscire, uscire. C’è il mercatino in piazza. Come vestirsi? Pantalone lungo tipo combat? Fa troppo caldo ma ha le tasche laterali. O magari quello corto senza tasche e zainetto a tracolla. Scarpe o sandali? Cappello? Sì, anche se adora uscire con i capelli bagnati e farli asciugare al sole. Tre cambi di calzatura fino a che, più che altro per stanchezza, rimane in sandali. T-shirt o polo con il collo alzato? Quella blu navy, anzi bianca, anzi no blu e pantaloni con le tasche. Ma anche zainetto. E capelli bagnati. Esce, chiude la porta. Riapre, posa lo zainetto e prende il cappello. Chiude. Riapre. Ha scordato il cellulare.
Sole che picchia fuori, bello. Caffè, caffè. Il bar vicino casa? oppure quello in piazza con i cornetti buonissimi? Oppure quello della cameriera …? Sms di Saverio. Lo aspetta al bar centrale. Problema risolto. Bar centrale c’è Lorena. Adora Lorena. Bel sorriso invitante e belle gambe. Simpatia reciproca e battute inevitabilmente sbagliate. “Questo proprio non lo devo dire”. Giusto il tempo di formulare il pensiero e subito la lingua parte in quarta. Frustrante. Troppo poco tempo tra pensiero e azione? Mah.
In chat Walter si trova perfetto. Brillante, autoironico senza strafare, tempi giusti per piccoli affondi vagamente erotico-allusivi. A volte con più di una contemporaneamente riesce a reggere il gioco del contrappunto leggero, brioso, divertente. Con la tastiera davanti si sente sicuro nel gestire i rapporti. È il suo piano di appoggio, la solida base da cui partire per fantastici voli pindarici o, in caso di emergenza , la zattera di salvataggio sempre pronta. Senza tastiera, e video naturalmente, è il naufragio e lui lo sa.
E quindi quando su una chat per iniziati viene a conoscenza di questa misteriosa Agenzia che cerca volontari disposti a sottoporsi a interventi con tecniche sperimentali fino ad allora segrete, si mette subito alla ricerca di informazioni: da quello che ha capito l’esperimento consentirebbe una fusione uomo-computer. Walter è deciso. Venuto a conoscenza della procedura per mettersi in contatto, invia subito la mail di accettazione e si presenta in un club privè nei pressi del quartiere vecchio della capitale, nel cui retro si nasconde la sede dell’Agenzia. Parola d’ordine, classiche porte scorrevoli a scomparsa da film di spionaggio, reception spartana con impiegata annoiata tipo Centro prenotazioni visite della ASL. Moduli da firmare e accesso in una stanza asettica con tavolo e tre sedie dove attendere. Dieci minuti di attesa, poi entrano due individui con il fisico più da impiegati del catasto che da agenti segreti con un portatile e fogli vari. Il primo si siede e comincia a chiedere a Walter conferma sui suoi dati anagrafici. Il secondo scrive sul portatile. Pausa e momento di concertazione tra i due poi quello che sembra il capo dei due lo fissa negli occhi, sorride e:
“Allora, caro signor Walter, è proprio convinto? Bene, bene. Lei ha sicuramente già chiaro il tutto ma, prima della conferma ufficiale dell’atto con cui lei decide di sottoporsi volontariamente al nostro esperimento, ribadiamo velocemente il concetto. Il nostro esperimento consiste nell’installare nel corpo del soggetto, in questo caso lei signor Walter, questa nuova tecnologia di bio-hardware che interagirà direttamente con il soggetto stesso. Praticamente il soggetto, e quindi lei, sarà trasformato in una specie computer umano. Attraverso una seria di piccole operazioni - stia tranquillo, tutte in day hospital, niente di complicato, ha capito? Bene, bene - inseriremo il meglio della tecnologia debitamente preparata in modo che il suo corpo, non solo non la rigetti, ma sarà indotto, tramite appositi stimoli, a sviluppare collegamenti nervosi così che il soggetto, cioè lei, potrà interagire con il suo bio-hardware dando direttamente ordini dal cervello. Capito? Bene, bene. Niente più tastiera, niente mouse, touch-screen e roba varia. Tutto superato. Tutta roba arcaica. Il cervello del soggetto, cioè il suo cervello, interagisce ormai direttamente con il cervello artificiale mentre il soggetto stesso, cioè lei signor Walter, potrà fare quello che vuole, passeggiare, guardare la tv, bere qualcosa al bar. Quello che vuole. Capito? Bene, bene. Avrà la connessione internet 24 ore su 24 del tipo flat e porte USB installate sotto le unghie dei pollici opportunamente adattate e un telefonino ultima generazione in omaggio. Una nuova frontiera, eccetera eccetera e tutte quelle belle cose che si dicono in queste circostanze. Capito? Bene, bene.”
Il sorriso con cui Walter aveva seguito tutta la spiegazione si rabbuia all’improvviso:
“Ma non è che, installandomi tutta quella tecnologia, in realtà voi volete trasformarmi in una specie di burattino comandato a distanza?”
I due uomini di fronte a lui si guardano per un momento negli occhi e poi esplodono in una risata.
“Ma lei è proprio uno spasso! Non ha capito chi siamo noi,vero? Bene, bene. Potremo costringerla con la forza ormai che è qui ma dirle la verità è più divertente e ci fa perdere meno tempo. Quello che all’Agenzia interessa è testare che questa tecnologia funzioni per poi metterla in commercio. Lei saprà che ormai per gli enti pubblici va di moda l’autonomia? Ormai vale anche per quelli pubblici ma poco pubblicizzati, scusi il gioco di parole, come l’Agenzia dove ora si trova. Anche noi dobbiamo saper gestire e investire. E quindi per trovare fondi l’Agenzia ha deciso di commercializzare un po’ di tecnologia sviluppata negli anni. Ma ha una minima idea di quanto varrebbe un affare del genere? Non le dico la cifra che tanto non la capirebbe. E comunque per tranquillizzarla le rendo noto quelli che dice lei li abbiamo già. Mai visto quei signori vestiti di nero con occhiali scuri e auricolare? La maggior parte di quelli sono stati realizzati così. L’auricolare è in realtà l’antenna con cui li controlliamo. Anzi ogni tanto per divertirci dalla centrale di controllo quando nessuno li vede ci divertiamo a farli prendere a schiaffi da soli o a farli vestire da donna. Sa com’è, a lungo andare ci si annoia.”
“Maresciallo, ma lo sapete una cosa buffa? – interviene il dattilografo da portatile – l’altra sera stavo seguendo proprio quello che dite voi, quello che si mette i vestiti della moglie. Ho pensato che avevamo lasciato il remote control acceso e invece era spento. A quello ci piace, marescia’ ci piace proprio.”
“Vabbuo’ Gargiulo, ma ora torniamo a noi e al nostro soggetto. Quindi, caro signor Walter, stasera dormirete qui che domani cominciamo a prepararvi per le operazioni che subirete. Tempo una settimana e la vostra vita cambierà. Capito? Bene, bene.”
(continua)

Nessun commento:

Posta un commento