domenica 14 agosto 2011

NON SO SE SOPRAVVIVERÒ A QUESTA VITA - cronaca 9 (reloaded)

Siamo in fila per un Book Contest, almeno mi pare che così chiami. San Sebastiano mi ha invitato a questo evento. Non era tanto dell’umore giusto ma poi mi sono lasciato convincere. Adesso, in questa calca, me ne pento.
Il confronto pare che sia tra Michel Proust e Amerigo Boccia. E’ pieno di gente qui fuori, soprattutto simulacri di “boccine” con tanto di copie delle opere sottobraccio da farsi autografare. Il luogo che deve ospitare l’evento è piccolo, troppo piccolo per contenere tutta questa gente. Faccio segno a Sebastiano che preferisco andarmene e lui decide di seguirmi fino al “Cherubino brillo” per bere qualcosa seduti ai tavoli fuori. Osservo con attenzione il mio compagno di bevuta e poi istintivamente chiedo:
“Scusa, Seba, ma non credi di esagerare con questa stretta osservanza dell’iconografia ufficiale?”
Si gira a guardarmi ruotando la testa molto lentamente. Parla anche molto lentamente, con calma. Su di me ha un effetto rilassante.
“Avrai notato che, con tutte queste frecce, ero l’unico a non essere pressato dalla folla. E poi, iconografia a parte, ritengo sia importante avere una propria immagine. La mia è questa, seminudo con frecce e colonna” concluse con una punta di orgoglio.
“Sì, ma non è scomodo girare con tutta questa roba?”.
Con la stessa pacatezza di prima, Sebastiano si passa la colonna da un braccio all’altra senza sforzo, poi inizia a spiegare pazientemente:
”Intanto la colonna è ingombrante, ma è leggerissima. Ho provveduto a svuotarla e dotarla di uno sportellino per cui posso metterci dentro portafoglio, cellulare, quadernetto di appunti – scrivo poesie – e tutte quelle cose che prima non sapevo dove mettere. Per quanto riguarda le frecce ti faccio presente che l’altro giorno mi ferma Sid Vicious, mi fa un paio di giri intorno e poi mi sorride con la bocca un po’ storta. Dopo un paio d’ore lo vedo passeggiare sottobraccio a madame Pompadour, con una criniera di frecce infilate nella testa”.
Vorrei anche chiedergli se è al corrente di essere diventato un’icona gay, ma fortunatamente veniamo interrotti.
“Buonassseeera!”.
L’allungamento affettato del saluto mi incuriosisce. L’uomo in frac ci sorride cordiale mentre appoggia sul tavolo nell’ordine bastone, guanti cilindro. Rispondiamo al saluto e lui comincia a conversare con un curioso accento, mezzo inglese e mezzo siciliano. Lo interrompo
“Mi scusi, ma ci conosciamo già? Mi pare di averla già vista ma ora non ricordo dove?”.
“Il mio nome è Potter, Calogero J. Potter”.
Mentre Seba scambia un sorriso e un saluto con il nuovo arrivato io riascolto nella mia mente tutto quello che mi aveva detto Gabriele. E quindi questo qui è il famoso Mr Potter, il promotore dell’iniziativa. Vorrei tempestarlo di domande ma non posso chiedergli nulla per la promessa fatta. Ma almeno una curiosità me le devo togliere.
“E’ curioso l’abbinamento tra nome anglosassone e accento siciliano”.
“Ma che stai a ddì ? vedi de studia”.
La voce alle mie spalle mi fa sobbalzare. La figura alta e magra mi inonda di parole.
”Ah, secondo te non c’è stanno rapporti tra Inghilterra e Sicilia? Vai a studia’ e magari scopri perché gli inglesi aiutano Garibaldi a sbarcare a Marsala o perché le sorelle Bronte si chiamavano così. In biblioteca vacce pe’ studia, no pe’ guarda le femmine. Fammene anna’ che sennò faccio tardi pure stasera e mi’ moglie chi la sente. Arrivederci”.
Lo seguiamo fino a quando sparisce dietro un banco nebbioso. La faccia incuriosita di Seba mi fa sentire in dovere di giustificarmi.
“L’ho incontrato qualche giorno fa che arringava Mussolini su urbanistica, leggi razziali, guerra. A momenti al duce gli viene una crisi isterica”.
“Personaggio interessante” chiosa il signor Potter prima di raccontarci che anche lui ha seguito il book contest – devo averlo visto nella fila per entrare, ecco – che si è protratto più del previsto perché all’inizio c’erano problemi causa l’affluenza di pubblico che il teatro non sarebbe riuscito a contenere. Problema risolto quando è arrivato uno con barba e capelli lunghi che, con un piccolo miracolo di organizzazione, ha provveduto alla moltiplicazione di posti a sedere e posti in piedi.
Poi Proust e Boccia sono arrivati sul palco. La gara consisteva in un confronto tra piccoli brani estratti dalle loro opere con dichiarazione di vittoria per acclamazione. Sembra che Boccia abbia vinto a mani basse e sia stato portato in trionfo. Poi mentre i fans lo tenevano sulle spalle ha improvvisato una lezione su come si scrive un best seller. C’erano Kafka e Dostojesvkii, affannatissimi a prendere appunti.
Sono stanco di tutti questi discorsi da intellettuali. Ho bisogno di evadere. Credo proprio che accetterò la proposta di Faust e scenderò in campo con la Cornelius F.C.

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