martedì 26 maggio 2009

La lezione di mia zia sulla differenziata (= chella strunzata).

Ma tu te lo ricordi a sanghione?
Quello che girava a raccogliere i cartoni.
Passava con suo carrettino pieno pieno
Che se li andava a rivendere
E lo stracciarolo? Te lo ricordi lo stracciarolo.
Quello passava a raccogliere quello che buttavi,
che lui poi o lo aggiustava o recuperava i pezzi
oppure i materiali che ci stavano dentro.
La differenziata, che strunzata.
Lo l’abbiamo sempre fatta solo che non si chiamava così,
veniva naturale non c’era bisogno di chiamarla.
Poi si sono inventati il nome e il problema
E invece di risolvere il problema ce lo scaricano addosso a noi.
E certo siamo noi il problema no loro che non sanno fa niente.
Insomma la raccolta dei rifiuti differenziata
Noi già lo facevamo quarant’anni fa
Ed era naturale, nessuno si sforzava.
E perché si faceva?
Perché conveniva: se restituivi il vuoto te lo pagavano o avevi uno sconto. Perché non si può fare pure adesso?
E che ci vuole? Tu raccogli un chilo di plastica, lo porti dove fanno la raccolta e quelli ti danno 50 centesimi, un euro.
E che ci vuole dico io. Tutti questi disoccupati avrebbero qualcosa da fare invece di chiedere l’elemosina, la differenziata la faremmo per scelta e non per imposizione e magari si risolve pure il problema della mondezza.
I soldi per pagare quelli che portano i materiali raccolti? E tutti quelli che spendono per quei baracconi di società che dovrebbero fare la differenziata e invece te la fanno fare a te? Invece di darli a loro i soldi che se li magnano in mille modi, dalli a quelli che ti portano il chilo di plastica il chilo di cartone, il chilo di vetro. Allora si
La differenziata, che strunzata.

Io la prossima volta voto mia zia.

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