martedì 5 maggio 2009

NEMESI ATIPICA (the director's cut) - parte 2

SECONDO SOLILOQUIO INTRODUTTIVO
..pausa, finalmente. Una settimana che sono rientrato al lavoro e già non ce la faccio più. Non so’ fatto per il lavoro fisico io, e invece qua me tocca usa tutto meno che il cervello.
Una settimana e la ragioniera mi avrà rivolto si e no 10 parole: tutti ordini.
A parte un “bentornato” detto così strascicato e lungo che nel frattempo io le ho detto buongiorno, mi sono tolto il cappotto, soffiato il naso e le ho detto grazie. Forse c’era una leggera nota di sarcasmo perché ha fatto subito la faccia storta che fa sempre quando le parlo.
Neanche una volta che mi abbia chiesto come sto. Ho fatto 3 giorni di ospedale per riprendermi dal semiassideramento. Tre giorni con quell’infermiera che si prendeva cura di me. Bellina, un po’ rotondetta mi pare, bionda e ‘sti due occhi che mi fissavano e mi fissavano ogni volta che mi parlava. Mi metteva un po’ in soggezione veramente. Anche perché ogni volta che mi parlava sembrava mi desse degli ordini. Però lo faceva per il mio bene, m’ha fatto un sacco di quelle fiale che facevano un male cane, ma non le dicevo niente. Mi curava. Che vuoi che sia un po’ di dolore. Mica tanto poco però. Io, però, non dicevo niente. Anche perché mi fissava con quello sguardo appuntito…mi ricorda la maestra delle elementari che ogni tanto mentre spiegava si interrompeva all’improvviso e mi fissava così come se aspettasse solo un pretesto per mettermi in punizione.
La ragioniera invece non mi calcola proprio. Guardala ‘sta stronza. Secca come un chiodo. Vabbè però le tette ce l’ha e neanche piccole. Vuoi vede che ha ragione Mario che si è rifatta tutta. Co ‘sti vestiti stretti pe’ fa vede che pure se c’ha l’età sua è sempre soda. Palestra, ci vuole far credere. Mario ha detto che una volta ha visto dentro la borsa quello che si porta. Stai a rota de clisteri, bella. Perché saresti pure bella se non avessi trattato così il tuo corpo. Il tuo corpo è un tempio, lo diceva il mio maestro di shiatsu. Anche se poi lo beccavo che fumava in ascensore e con un peroncino in mano. Però lei ha proprio alterato il suo corpo. La sua faccia con quelle labbra rifatte e quei zigomi imbottiti di botulino o che schifezza è quella che usano. Tutto per diventare una icona di questa società dell’apparenza. Niente è più naturale nemmeno i nostri corpi lo devono essere: è questo che ci impongono. Snaturarci per non riconoscerci più.
Ma io non mi farò imporre questa filosofia malefica, mi ribello a questo omologazione di bellezza artefatta e pure irraggiungibile. Tu, stupida, hai deciso di diventare un clone di modelli televisivi violentando così il tuo corpo. È giusto che la punizione ti colpisca e attraverso te si riverberi in tutte la copie che tu rappresenti e raggiunga il modello originale, motore di tutta questa follia. E io sarò il mezzo attraverso il quale la punizione si compierà

SOLILOQUIO DEL SECONDO TENTATIVO
“Ho studiato tutto: arrivo al lavoro, i movimenti, i tempi. La ragioniera arriva al lavoro alle 8 e trenta e subito si dirige alle scale in ferro e entra nel suo ufficio in quel box metallico che domina tutto il magazzino. Alle 10 e 30 esce dall’ufficio scende i 18 scalini della scala in ferro e va al bar”ciccia” di fronte per fare colazione: cornetto integrale al miele e cappuccino. Torna al magazzino sale le scale in ferro e torna nel suo ufficio e ricomincia il lavoro. Le scale in ferro sono il punto adatto: per tutti sarà un incidente. Ho studiato il suo modo di scendere, è sempre di corsa e sempre a mettere o cercare cose nella borsa o a parlare al cellulare. Non afferra mai il corrimano, mica è una vecchietta coi dolori articolari, fa palestra lei. Basterà fare in modo che inciampi, una caduta con 18 scalini da ruzzolare. Il mezzo: un filo di nylon teso che sarà invisibile con la luce scarsa che c’è qui dentro. Quello da pesca andrà benissimo, teso ad una altezza di 20-30centimetri in modo che ostacoli il piede al momento dello stacco dal gradino, con il corpo sbilanciato. A quel punto lei avrà le mani occupate come al solito e non riuscirà a frenare la caduta. Perfetto.
Sistemerò il filo prima del suo arrivo assicurando un capo sotto la scala a ridosso del muro; poi lo farò salire sulla scala, girandolo intorno alla prima barra trasversale che è alla giusta altezza, poi lo abbasserò in modo da scomparire sotto il bordo del gradino, lo farò risalire sulla barra trasversale dal lato opposto e poi scendere verso terra. Sistemerò sotto la scala così che l’altro capo sia nascosto da una pila di scatoloni e qualche minuto prima che lei scenda applicherò un peso al filo in modo che rimanga teso con la giusta tensione. Dopo staccherò il peso e tirerò il filo dall’altra parte, scioglierò l’altro capo, faccio sparire il tutto et voilà il gioco è fatto.

Tutto pronto, il capo è fuori e Mario è nel bagno dello spogliatoio per la solita seduta di almeno mezz’ora. Alle 10 e 30 anche loro saranno qui e quindi ora è il momento giusto per attuare il piano. Il filo da pesca l’ho acquistato ieri in un negozio dall’altra parte della città. Forse non dovevo dare tutte quelle spiegazioni al commesso quando ho chiesto la resistenza del filo, Che ti frega che ci devo fare io con il filo da pesca anche se non ti sembro un pescatore, e se le serve per una canna da lancio, e se pesca dalla barca, e se usa il piombo, e quanto la fanno lunga per un filo di nylon, ma che tipo ma stai al tuo posto, sei commesso?. Vabbè dai, veloce ed efficace come un commando, dai su lega il filo, bene e ora tiriamolo sulla scala, cazz…che casino! Niente Mario sta di là e il capo è in giro. Sali sulle scale, piano non fare rumore, bene il filo intorno alla barra trasversale,… poi in basso sotto il bordo dello scalino, così ben nascosto, poi sale,..ecco …sull’altra barra, …e ora giù, … bene e ora indifferenza e al lavoro

E’ quasi l’ora…la ragioniera è in ufficio davanti al pc, operazione zavorra via, ecco il filo ci annodo questo pacco da 5 kg, controllato con bilancia pesa persona di mia madre, e vai ..eh …come mai?… qualcosa non va, avevo calcolato che doveva allungarsi di circa cm 50 invece non si è quasi mosso, eppure è teso, a meno che … cazzo!, si è incastrato sotto il gradino, e ora? Che faccio? Non posso lasciarlo lì devo sganciarlo o togliere tutto…devo comunque salire sulle scale, però sono le 10 e20 , è una azione temeraria: Salgo! piano, ecco sono quasi al filo, però devo rimanere accovacciato per non farmi vedere che la porta dell’ufficio è a vetri per la metà superiore, ecco dove è bloccato. Si! ci sono riuscito, bene, adesso si tende come previsto, posso tornare giù ma prima controllo che fa la ragioniera, ah è davanti al pc che lavora. Lavora? Scrive una mail, chissà a chi, se alzo un po’ la testa riesco anche a leggere, ma è una poesia, dai, scrive una poesia
“…la mia lingua scorre
il tuo collo inarcato
si insinua fremente
nella valle dei seni
li sale ad assaporare
il gusto dei capezzoli eretti
per poi ridiscendere
verso l’orlo dell’ombelico
dove s’avvita a spirale
e mentre riprende il percorso
e le mani mie ti afferrano i fianchi
le tue cosce si schiudono
ad offrirmi lo spettacolo
magico e meraviglioso
di sua maestà la fica”
….cazz…ma allora ..lei è una di quelle…cioè no, di quell’altre ..ma allora non è …oh preme “invia”… e adesso spegne il pc cazzo! mi devo levare di qua veloc…porca puttana il fil... Ah.., cazz…acc …mado... ork … … ahio!

SECONDO PRONTO SOCCORSO
“ahia…ahia”
“buono e tranquillo, sei di nuovo al pronto soccorso. Stavolta qualche contusioni ed abrasioni”
“..come dice…”
“non ti ricordi di me, allora”
“ si, certo…ahia…lei è l’infermiera dell’altra volta, come sta?”
“meglio di te, sicuramente. Ti sto applicando le cure del caso se vuoi saperlo, con tintura di iodio sulle abrasioni”
“Ahi.. ma mi sono rotto tutto? Ho tutte ‘ste fasciature addosso che..”
“le ho fatte io. Zitto ora”
“ahia, ma che cac..”
“prego?”
“..eh..no cioè… scusi…e che brucia”
“se brucia è perché sta facendo effetto. Ora stai fermo qui che c’è il medico che mi chiama nell’altra stanza. Controlla le tue lastre. Fermo qui e non ti muovere”
”..va bene…anche perché così fasciato proprio non potrei. Ecco mi ha lasciato solo, fasciato con le braccia dietro la schiena, e le gambe strette che possono muoverle solo insieme e a malapena. Vabbè comunque si prende cura di me e ci tiene, ha consumato una bottiglia intera di quel prodotto sulle mie ferite, bruciava da pazzi ma non ho avuto il coraggio di dirglielo. Però che fortuna a incontrarla di nuovo. eccola”
“stronzo!”
“ma io non ho detto niente”
“ce l’ho col dottore”
“ah scusi, che ha detto?”
“non capisce niente come tutti gli uomini. Stai buono adesso che ti devo togliere le bende, cosi poi sarai libero di andare in giro a farti male da solo”
“ non servono allora..”
“non servono secondo quel cretino di un medico”
“non è bravo?”
“ è un maschio e quindi un coglione per definizione”
“scusi ma che vuol dire? secondo lei tutti i maschi sono coglioni anche suo marit…”
“non sono sposata”
“..ah cioè volevo dire il suo fidanz...”
“non sono fidanzata”
“ah no, strano una bella ragazza come l…”
“lo vedi che siete tutti dei coglioni!”
“..ma io … non volevo offenderla, solo che volevo dire che magari qualcuno diverso ci sarà pure, ahia, può fare un po’ più piano? Dicevo qualcuno con una sensibilità più adatta alla sua, ahi, che…”
“gli uomini non capiscono una donna che non cerca protezione, ne hanno paura, non hanno sufficiente intelligenza e fantasia per uscire dagli schemi mentali da trogloditi che governano le loro menti. Una donna che prende l’iniziativa li disorienta, una donna che sa quello che vuole e per ottenerlo è disposta ad imporsi se necessario li terrorizza. Vogliono avere loro la guida anche se non sanno dove andare, io invece conosco i miei obiettivi e questo li fa sentire inferiori. Hai capito ora?”
“…si, signora…ahi, cioè…possibile che nessuno abbia mai provato a stare con lei ...ahi ...senza cercare di imporsi… alla pari…”
“ ci provano, cosa credi, ma appena capiscono cosa voglio scappano, hanno paura gli idioti. E quindi adesso rivestiti e vattene pure tu”
“mi dimette…”
“è il medico che ti dimette, piccolino. Fosse per me ti curerei ancora, come dico io però”
“beh, allora grazie. Mi è piaciuto essere curato da lei...”
“Giovanna”
“..signora Giovanna”
“Giovanna”
“ si, … Giovanna, bene…e comunque esistono anche uomini che non sarebbero terrorizzati o disorientati da una donna che prende l’iniziativa come ha detto lei, cioè … come hai detto tu, Giovanna, e che accetterebbero ogni tanto anche di farsi guidare, Giovanna e che…”
“ e che non avrebbero paura di soffrire?”
“ ..beh, certo in un rapporto a due c’è bisogno anche di saper soffrire”
“e che saprebbero assecondare tutte le aspirazioni di una donna forte?”
“certo, Giovanna, la comprensione dei desideri dell’altro è alla base di un rapporto sano e..”
“tu credi eh?”
“si io credo che…”
“e allora… fila!”
“…”
“ho detto VAI!”
“…va bene, arrivederci, Gi…eh, scusi, signora Giovanna”

2 commenti:

  1. sei il meglio scrittore d'oltralpe, dato che sei lì!!!!:) e mi manchi...;)

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  2. allora ti meriti anche il finale ...

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