venerdì 17 aprile 2009

RACCONTO TATTOO

- Pronto?
- Senti che voce. Non hai dormito per niente eh? racconta voglio tutti i particolari.
- Ma che ore sono?
- Lascia stare. Voglio sapere tutto. Ero strasicura che quel tipo era adatto per te. Ti ho costretta a parlarci perché mi sono accorta di come lo guardavi e di come lui ricambiava. Adesso raccontami tutto, ogni dettaglio. Me lo devi
- Beh, non ricordo proprio tutto. Non ricordo di cosa abbiamo parlato al pub, niente di importante, ma il tono della voce, il modo di parlare, come muoveva gli occhi…
- Si vabbè. Ma poi dove siete andati da te o da lui?
- Da me
- Eh! Lo sapevo, fai la santa, l’altezzosa ma quando ti capita l’occasione subito al sodo, sei proprio maiala. Racconta su!
- Avevi ragione. Sintonia totale tra noi. Tutto quello che faceva o diceva mi risuonava dentro. Anche lui era completamente preso. Siamo finiti a letto quasi subito e abbiamo cominciato a fare l’amore, però…
- Però…?
- Non riuscivo a lasciarmi andare. Mi piaceva da impazzire, lo voleva ma continuavo a fissarmi su tutti quei disegni che aveva sulla pelle
- Tatuaggi? Ne aveva così tanti? E allora?
- E’ stato dolcissimo. Mi ha sorriso, mi ha accarezzato e, senza che chiedessi nulla, ha incominciato a raccontare. Anni fa si era trovato in un paese straniero in piena guerra civile e aveva conosciuto una ragazza. Un giorno lei lo ha preso per mano e lo ha portato a vedere “un miracolo”, così aveva detto. L’ha condotto in una casa di campagna semidistrutta dalle bombe e gli aveva mostrato l’unico muro rimasto integro. La parete era piena di nomi, segni, date, e piccoli disegni di vari tipi e genere. Un insieme complicato e affascinante. Lei gli aveva spiegato che da generazioni le donne anziane della famiglia avevano preso la consuetudine di segnare solo su quella parete l’altezza crescente dei bambini della famiglia. Col tempo qualcuna aveva sentito il bisogno di segnare anche altre cose che riguardavano la vita dei componenti della famiglia. Avevano cominciato cosi a stabilire un codice grafico sempre più raffinato e rigoroso che raccontava ogni evento di ognuno. Non solo matrimoni, nascite, separazioni, ma anche sogni, speranza, dissidi, dissapori. Quel muro, per chi possedeva il codice, raccontava tutta la vita e tutti i segreti di quella famiglia. Lui rimase stordito da quell’immagine e decise che avrebbe fatto lo stesso con la sua vita ed il suo muro sarebbe stata la sua pelle. Da allora in poi ogni evento ogni emozione, ogni sogno, ogni speranza, lui lo scrive sulla sua pelle, tutti i suoi segreti sono raccontati lì e chi conosce il codice è in grado di leggerli. Così ho cominciato ha chiedere il significato di un segno e lui mi ha raccontato una storia, poi un altro e così via fino all’alba.
(continua)

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