domenica 12 aprile 2009

REMsistenza

MARIA E I FIGLI
“Ragazzi preparatevi che vi accompagno a scuola”
“Mamma non ho fatto i compiti, non ci voglio andare”
“Io voglio cambiare la maglia che mi hai comprato ieri. Hai sbagliato colore!”
“Magari ho sbagliato a comprarla che hai già l’armadio pieno”
“Io non ci vado a scuola, che quel ciccione di Manuel mi rompe sempre le palle”
“Mamma quel colore mi sbatte, non posso andarci a scuola, figuriamoci in giro!”
“ Allora, tu dillo alla maestra ma senza specificare che è un ciccione e tu tranquilla, che la maglia te la cambierò io durante la pausa pranzo, magari con il consiglio della tua amica che fa la commessa in quel negozio”
“Solo alla principessa compri le cose, a me non hai comprato niente! Io non ci vado a scuola!”
“Perché io sono brava a scuola, non sono un somaro come te, piccoletto”
“Qui non si fanno preferenze anche tu sei un principino e oggi comprerò un regalo anche per te, non ti preoccupare,”
“Allora voglio un gioco per il pc: il superbuzzsgranaossa ”
“Io entro alla seconda ora comunque”
“E va bene, allora ricapitoliamo: nell’ora di pausa dal lavoro invece di mangiare tranquillamente il mio pranzo andrò a comprare il gioco per il pc per il principino azzurro ed a cambiare la maglia per la principessa sul pisello”
“Mi raccomando, non sbagliare il gioco: il superbuzzsgranaossa, ….quello zlx 3000 ”
“Mi raccomando, non sbagliare il colore stavolta”
“Agli ordini, miei nobili affamatori da favola”


IL SOGNO DI MARIA CON I FIGLI
“Ma guarda chi c’è fuori dalla mia casetta: il principino azzurro e la principessa sul pisello. Così vestiti mi ricordate due miei piccoli amici, Hänsel e Gretel, una volta ho avuto il piacere di averli a pranzo”
“Buongiorno signora, andavamo in giro per il bosco e abbiamo visto la sua villetta”
“Si, è così carina, tutta colorata, ha anche un buon odore, peccato per tutte quelle mosche”
“Vedo che vi piace la mia casa. Avete già mangiato la cassetta per la posta, il tappeto di benvenuto ed il campanello”
“Quando ho suonato il dito mi è rimasto appiccicoso e così mi sono accorto che era fatto di caramello”
“Poi sa com‘è l’appetito vien mangiando e…”
“Almeno la posta potevate risparmiarla, che vi credete che le bollette le addolciscono con il miele? Ma accomodatevi piccoli ingordi e continuate pure a mangiare. Sono buone le sedie? Ed il tavolo?”
“Buonissime! Tutto cioccolato fondente!”
“Hai provato le posate? Buone! E la consolle in arte povera ? Possiamo mangiare anche il chippandale?”
“Certo cari principino, io intanto vi preparo un bagno caldo in questo pentolone sul fuoco!!!”
“ Posso sbafarmi questo puff fatto di marshmellow??”
“E io mi volevo sgranocchiare quella chaselonge di marzapane. Bella. Design moderno?”
“Si, scuola bavarese! Ed ora, prima che mi finiate tutto l’arredamento che mi costa un occhio, venite a farvi il bagno!”
“Eh ma è veramente bollente!”
“Ed è anche piena di verdure”
“Si serve per depurare l’organismo, sapete con tutti quei grassi saturi, il colestero eccetera non c’è niente di meglio di carne in brodo”
“Ma ci vuole mangiare? “
“Non può farlo! Siamo pesanti da digerire!”
“Lo so ho già preparato un alkaseltzer gigante e dopo avrò tutto il tempo per rilassarmi. Zitti ora che devo mettere il coperchio sul pentolone! Devo proprio decidermi a comprare una pentola a pressione!”

MARIA E IL LAVORO
“Buongiorno, caro”
“ciao, ma che avevi stanotte? Parlavi continuamente nel sonno”
“Ah si? E che dicevo?”
“Boh, arte povera, chippandale, pentole a pressione, a volte sorridevi …”
“Chissà! Forse ho voglia di cambiare l’arredamento di casa. Ciao caro, scappo che faccio tardi al lavoro”

“Maria!”
“Eccomi dottoressa, ”
“Maria, si ricorda della pratica della società di cui abbiamo parlato ieri? Bisogna preparare un elenco della documentazione necessaria”
“Si, dottoressa. Ho preparato la scheda relativa, lo schema per la documentazione da allegare e ho già inoltrato le istanze per la richiesta presso gli uffici competenti”
“Ah si? E dove è finita la pratica ora?”
“E’ in archivio, dottoressa, al suo posto, ecco gliela prendo io ”
“Certo Maria, se tu cataloghi le cose a modo tuo mi spieghi come faccio io a trovarle. Bisogna usare un ordine che sai comprensibile anche agli altri, capisci? Non puoi usare solo un tuo modo personale di tenere in ordine le cose, un ordine che comprendi solo tu, capisci?”
“Capisco, dottoressa. Colpa mia che pensavo che l’ordine alfabetico fosse ormai universalmente accettato ”
“E poi ti ho detto mille volte di non toccare la mia scrivania, perché quello che alla tua mente semplice appare come caos in realtà è un ordine complesso per menti allenate a ragionare ad alto livello, capisci?
Se tu metti a posto credendo di fare ordine scompagini questo equilibrio delicato e io non ritrovo più nulla, capisci?
Ma dove cazzo sta quel timbro maledetto?
“Provi a guardare nel cassetto con su scritto ”timbri”
“Qua dentro? Eccolo! Che stavo dicendo? Ah si, oltretutto Maria, ma lo capisci che mi devi ringraziare, perché io sto qui , ti insegno anche la professione, ti pago per un lavoro che fai male… lo capisci? e ma che ne diresti se un giorno io chiudo lo studio, ti lascio qui a fare chissacche, e me ne vado su un isola deserta a farmi servire i cocktail da negri muscolosi , eh? Che ne diresti?
“Direi che quell’isola non sarebbe poi così deserta. Comunque capisco, dottoressa, capisco

MARIA E IL SOGNO DELLA DOTTORESSA
“Dottoressa, si svegli”
“Come? Ah sei tu Maria. Ma che ci fai a casa mia in piena notte?”
“Sono venuta ad avvisarla che c’è stato un incendio: lo studio è andato completamente distrutto”
“Lo studio?!? Tutto distrutto? Ma come è possibile? L’allarme non ha funzionato? I pompieri sono arrivati tardi”
“L’allarme non ha funzionato e i pompieri sono arrivati tardi. Tutto distrutto”
“E adesso? Come facciamo? Non è rimasto più niente!”
“No, non è esatto. Si ricorda che negli ultimi tempi io rimanevo un po’ di più in studio? Ne ho approfittato per fare delle copie di sicurezza delle cose veramente importanti. Quelle sono al sicuro”
“Brava Maria, brava, stavolta sei stata davvero brava. Ma come le hai selezionate le cose importanti? Sei sicura di quelle che hai scelto?”
“Non si preoccupi, dottoressa. Lo studio l’ho sempre portato avanti io, mentre lei si dedicava alle pubbliche relazioni, e io so come funziona l’archivio generale, quello principale e lo schedario segreto”
“Lo schedario segreto? L’archivio generale? Quello principale?”
“Mentre lei frequentava l’università io già lavoravo qui con suo padre, il senatore. Suo padre è un uomo meticoloso, pignolo, ha sempre avuto il pallino di controllare tutto e tutti. Negli anni si è creato uno schedario segreto con cui tiene in mano vari personaggi, sia nel campo della politica che in quello economico. Pensi addirittura in quello accademico. Non si è mai chiesto come ha potuto laurearsi senza aprire mai un libro?”
“Ma che dici? Maria … “
“Dico che negli anni il senatore ha cominciato a perdere qualche colpo e ha avuto bisogno di qualcuno che organizzasse e aggiornasse il suo schedario e quel qualcuno ero io. Qualcuno che portasse veramente avanti lo studio e quella ero sempre io. Mentre lei, dottoressa, continuava a fare di tutto meno che occuparsi della attività professionale”
“Ma allora tu…”
“Allora non è completamente stupida. Certo. L’incendio allo studio l’ho appiccato io, dopo aver manomesso l’allarme. Prima ho organizzato tutto”
“Che vuoi dire? Maria mi fai paura”
“Visto che praticamente sono io a gestire tutto ho fatto in modo che tutto il denaro che è passato per lo studio negli ultimi cinque anni finisse su un mio conto personale, in questo modo potrò smettere di lavorare. Poi ho trasmesso copie della documentazione dello schedario un po’ a tutti, magistratura, giornali, partiti politici, movimenti vari in modo che sia impossibile insabbiare la cosa.”
“Ma tu così mi hai rovinato, io mi ..”
“Lei è meglio che stia calma. Tra le varie persone che verranno messe nei guai dalla pubblicazione della documentazione dello schedario del senatore ci sono anche personaggi in odor di mafia. Quelli si che vorranno subito vendicarsi, le conviene quindi cercare di scappare il più lontano possibile”
“Tu dici che vorranno farmi al pelle? Si, hai ragione quegli amici di papà che anche in casa nostra giravano con la pistola! Hai ragione! Ma, ma io come faccio, non so ..”
“Non si preoccupi, lo so che lei non è in grado neanche di prepararsi la colazione da sola. Ma il mio scopo è solo riprendermi ciò che è giusto e non voglio che le sia fatto del male. Quindi ho pensato ad organizzarle una fuga in modo che possa andare lontano e nessuno la possa più trovare”
“Grazie Maria, io ti ringrazio, lo so che in fondo tu sei buona e che… e questi chi sono?”
“ Non si spaventi, sono grandi, grossi, muscolosi e di colore ma non sono cattivi. Sono due amici miei che la porteranno in salvo nel loro paese dove potrà rifarsi una vita grazie alle sue qualità”
“Ma come potrò ringraziarli?
“Lei indossi questa per il viaggio”
“Una divisa da cameriera?”
“Così comincia ad abituarsi alla nuova vita”


MARIA E IL CALCIO
“Buongiorno amore, dormito bene?”
“Non molto, anche stanotte hai parlato nel sonno. Parlavi di dottoresse, senatori, incendi. E poi ridevi, ridevi. Ma ti senti bene?”
“Ma certo caro, tu piuttosto, sei pronto per stasera?”
“Certo cara, prontissimo, sono giorni che aspetto con ansia”
“Anche tu? oggi mi sono sentita un po’ nervosa pure io”
“Nervosa? Dillo a me, è una settimana che mi sudano le mani”
“E quindi hai organizzare tutto? Ti confesso che avevo il dubbio che ti fossi dimenticato”
“E come potevo? Ma ti rendi conto? Stasera c’è la finale e siamo favoriti!!! L’Atletico Maracanà che vince la coppa è un sogno che si realizza”
“….ah? la …coppa”
“Piuttosto come mai tu sei tanto entusiasta? Non te ne è mai fregato niente del calcio”
“ Beh veramente, è che stasera era il nostro anniversario e mi avevi promesso che mi portavi a cena in quel ristorante sul mare”
“...il ristorante sul mare?”
“Quello dove mi hai portato la prima volta che siamo usciti insieme, lo stesso in cui mi hai chiesto di sposarti due anni dopo, cioè dieci anni fa..”
“Dieci anni fa… però come passa il tempo”
“ Dieci anni …per cui si potrebbe festeggiare l’anniversario”
“Ah beh voi donne tenete sempre i conti di tutto, i compleanni, gli anniversari, ma in fondo è importante che stiamo insieme e che ci vogliamo bene, giusto?”
“Certo, caro, noi donne siamo un po’ fissate con i conti e con la mania di far quadrare il bilancio familiare, e ci dimentichiamo che l’importante è che stiamo insieme e che ci vogliamo bene”
“E poi stasera ho dovuto organizzare tutto io, con gli amici, a casa di Piero. Mi sono dovuto ricordare di prendere sciarpe, bandiere, trombe, che tanto si vince sicuro e poi si festeggerà e quindi niente di meglio che i caroselli con le macchine, giusto?”
“Certo, è ovvio, se c’è da festeggiare qualcosa, i caroselli in macchina sono la cosa migliore”
“E quindi a cena in quel ristorante ci possiamo andare un’altra volta, a te non dispiace giusto?”
“Certo, non preoccuparti, un’altra volta andrà bene, magari prima controlliamo il calendario della lega calcio”
“Anzi possiamo andare a mangiare una pizza, che quel posto costa una cifra, giusto?”
“Certo, caro, lo sai che a me piace tanto la pizza”
“Grazie cara, ti voglio bene”
“Anche io ti voglio bene, ciao caro, divertiti e … forza Atletico Maracanà!”


MARIA E IL SOGNO DEL CALCIO
“Maria sei in collegamento”
“Grazie studio sono qui fuori lo spogliatoio dell’Atletico Maracanà, che tra pochi minuti scenderà in campo per la finalissima del torneo internazionale più importante del mondo”
“Bene Maria, sei riuscita a seguire la preparazione della squadra a questo appuntamento che lasciami essere un po’ enfatico, oserei definire fondamentale per la storia dello sport della nostra nazione”
“E’ vero, studio, tanto che fin da ieri sera ho percepito la tensione nei volti dei ragazzi dell’Atletico Maracanà, una tensione di preparazione certo ma anche il segnale della pressione emotiva che pesa su di loro”
“Certo, Maria, tutta la nazione è in trepidante attesa dell’inizio dell’incontro. Sarà il momento della verità, Tutto quello per cui si è combattuto verrà deciso nei fatidici 90 minuti in quella che, non ho timore di definire, la madre di tutte le finali. Dicci Maria, racconta ai telespettatori come la squadra dell’Atletico Maracanà ha vissuto la vigilia del match, e soprattutto come hanno fatto, quelli che saranno i protagonisti dello storico incontro che si va a disputare, a sostenere la tensione, questa tensione che ci hai già descritto così bene. Vai Maria!”
“Certo studio, ho seguito la squadra da ieri sera e ho visto, come già vi stavo dicendo, che questi ragazzi stavano vivendo davvero un momento difficile da superare, la tensione che si disegnava sui loro volti era il riflesso di tutte le aspettative, le loro certo, ma anche quelle di tutta la nazione. L’intero paese si aspetta che questi giocatori vincano la coppa, anzi se ne parla come se la coppa fosse già vinta e la partita fosse una cerimonia per festeggiare l’esito inevitabile. Io li ho guardati , uno ad uno, ho visto sui loro volti anche la paura, la paura di sbagliare, di perdere questa occasione storica”
E’ vero, Maria . E’ un’occasione storica. Questi ragazzi possono scrivere i loro nomi a caratteri d’oro nel grande libro della storia dello sport nazionale e saranno ricordati come i grandissimi campioni del passato. E’ quindi è normale che il nervosismo, per così dire serpeggi un po’ tra le file dei nostri giocatori, dei nostri gladiatori che si accingono a scendere nell’arena sportiva”
“Appunto, avevano tutti paura di perdere questa occasione e la tensione li stava uccidendo così ho deciso di aiutarli”
“Brava Maria, anche tu hai dato il tuo apporto alla conquista della coppa, come una impavida crocerossina sul campo di battaglia. E dicci, dicci come ti sei resa utile, come hai sostenuto i membri della nostra compagine?”
“ Appunto, studio. Ho sentito che c’era davvero bisogno di sostenere i membri della nostra compagine e mi sono data da fare. Ho cominciato dal centravanti che sembrava sull’orlo di una crisi di nervi e l’ho aiutato a scaricare la tensione. Poi, quelli della difesa stavano per litigare tra di loro e allora ho preso in mano la situazione, li ho fatti sfogare per bene tutti insieme e li ho accompagnati in camera. E via via tutti gli altri, tutta la notte e più volte. Alla fine erano tutti rilassati, con i volti distesi. Pensa che adesso a pochi minuti dall’inizio qualcuno nello spogliatoio dorme ancora.”
“Come dorme? ma allora? e la giusta tensione, la necessaria carica emotiva prima della gara necessaria per poter dare il meglio di se..”
“ Diciamo che il meglio lo hanno dato questa notte. Adesso sono un po’ scarichi, ma sono molto più sereni”
“E il mister …?”
“Ah, lui era uno dei più tesi stanotte, ma dopo il mio trattamento era così spompato che credo che sia rimasto addirittura a dormire in albergo”
“Ma..ma.. Maria, cioè, … noi , …loro, …la coppa… e poi cosa hai in mano? una maglietta omaggio della squadra?”
“Queste? No, queste sono le mie mutandine, tutti giocatori hanno voluto autografarle per un ricordo della nostra nottata. Ma sai, penso che le regalerò a mio marito che è tanto, ma tanto tifoso dell’Atletico Maracanà”

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